Stefania aveva due sogni: camminare e aiutare gli altri.  Ora li ha realizzati entrambi!

Parrocchia Pachas - Stefania Vanini in Missione

Stefania con Giusy e Roby in Missione per l’Operazione Mato Grosso, un’organizzazione internazionale fondata da Padre Ugo De Censi che da anni opera in aiuto delle popolazioni andine creando, attraverso un circuito caritativo ed educativo, opportunità e accoglienza alla gente di quei bellissimi luoghi, soccorrendoli nella loro povertà e offrendo loro dignità, cibo, professionalità, speranza. Quelle che seguono sono le loro lettere.

PACHAS

Ciao a tutti! O meglio buenas noches…ora sono le sette della sera… un piccolo momento di relax in cui approfittiamo per scrivervi. Siamo da tre giorni a Pachas, dopo il lungo viaggio da Lima, paesino sperso tra le Ande nel distretto di Huanuco, come potete vedere dalla foto.

Il nostro paesino è la base delle varie attività che faremo prossimamente: Giusy e Stefy andranno in due villaggi piu’ in alto a tenere, insieme alle catechiste, l’attività delle “Costure”, ossia: ricamo, riflessioni, condivisione di temi, canti, etc, attività pensata da Padre Ugo per tenere impegnate le ragazze nel periodo delle vacanze scolastiche, dando loro la possibilità di guadagnare qualche soldo, attraverso la realizzazione di borse che la Parrocchia regalerà ai ragazzi della prima Comunione. Il tema di quest’anno è San Francesco e Santa Chiara. Roby, con il Padre Alessandro, andrà a fare la “Forestazione”, ossia piantare in un terreno donato alla Parrocchia eucalipti e pini, legname che servirà in futuro ai ragazzi stessi per le loro necessità, da legname per opere edilizie a legna da ardere. Nella foto stiamo tornando dal sopralluogo del posto, insieme ad un ragazzo, Vladimir.

Al nostro arrivo al taller (scuola e casa della missione) siamo stati accolti dalle ragazze dell’oratorio e da Micaela (la volontaria italiana moglie di Angelo che avete conosciuto a Villadossola) con canti e fiori, è stato davvero emozionante. Per la felicità di Roby e Stefy come potete vedere oltre ai fiori c’era anche qualcosa di ancor più dolce!!! (chi li avrà avvisati?). I primi 2 giorni li abbiamo passati al taller (che vedete sotto) sia per riprenderci (12 ore di fila a dormire) che per iniziare a conoscere le persone e organizzarci per le attività future.

Ora siamo in Parrocchia, l’altra parte della missione, dove si prepara un piatto caldo per i più poveri, si accolgono le persone che passano, e son sempre molte per esigenze diverse. La gente del paese ci ha accolto molto bene ed è molto cordiale con noi. Per strada e nelle botteghe si chiacchiera facilmente nonostante la difficoltà della lingua che stiamo peraltro imparando (e vai!!!) soprattutto Roby (che ci tiene a sottolinearlo..). Stasera a tavola discussioni socio-politiche in castigliano con Anania il custode della parrocchia… abbiamo scoperto che anche qua i politici prendono un sacco di soldi… i giovani fuggono a Lima in cerca di un futuro migliore che però non si realizzerà, chi rimane in paese vive di un’economia di sussistenza (agricoltura e allevamento). I bimbi ci guardano incuriositi e preoccupati quando vedono Roby con la macchina fotografica (… e poi senti la Stefy : “mi fai la foto anche per me, con la mia, che cosi vien a fuoco!!!!!!!!!!”). Ecco un esempio….vedere la gente che vive e lavora per strada è come immaginare i nostri vecchi tanti anni fa.

In tutto questo “ambaradan” è difficile fare programmi, infatti si vive alla giornata e anche noi stiamo cercando di adeguarci a questi ritmi. Ora vi salutiamo perchè manana(n con la gn) ci alziamo alle 5!!! Roby 5.40 Giusy… non si sa. Partiamo per le Costure, Roby ci accompagna con il carro (pick up), poi per Stefy 2 ore a piedi e arriva a Cochabamba, mentre Giusy si fermerà a Shunqui, e poi si alterneranno per un totale di 2 settimane.

HASTA LUEGO A TODOS EL MUNDO!!!

11/02/06 G.p.R.S.

SHUNQUI

Shunqui, dove Giusy sta partecipando all’attività della “Costura”, è un piccolo villaggio sopra Pachas, distante circa 20 minuti di carro (cioè la jeep) opppure 1 ora circa a piedi. Per arrivare la strada costeggia il fianco della montagna, passando per piccoli agglomerati di case, in posti molto belli, con molta storia alle spalle, come quello che si vede, la frazione di Nunash, che è sorto sulle rovine pre-inca. Purtroppo di queste rovine rimangono solo pochi segni nascosti dalla vegetazione e dalla non cultura di valorizzazione di queste ricchezze.

Shunqui è proprio un piccolo paese, si può vedere la parte centrale con la torre, che da sulla piazza del paese, mentre quella costruzione lunga dietro l’albero è la chiesa del paese, che, dopo circa 400 anni di storia, sta rischiando di cadere su se stessa, poiché entra acqua dal tetto da parecchio tempo, e considerando che i muri qui di norma son di terra, questo rappresenta la fine di un edificio.

Questi altri due scatti vogliono rappresentare alcuni aspetti della realtà di tutti i giorni qui: la vita scorre per lo più in strada, all’aperto, dove incontri i bambini che giocano e che aiutano i genitori nel lavoro dell’allevamento degli animali.

Oppure giocano coi loro amici e fratelli, e guardano con interesse e un poco di sorpresa i pochi “gringos”, stranieri che passano per la via. Molti quando vedono il Padre lo salutano chiamandolo, è bello che lo riconoscano e lo salutano affettuosamente.

Per quindici giorni dunque a Shunqui c’è la Costura, questa specie di campo-scuola, in cui si sta insieme, si riflette, si gioca, si prega e si impara a ricamare e cucire, attività per la quale le bambine ricevono una piccola somma in denaro, che va ad aiutare le famiglie, che sono tra le più povere.

Il luogo è quello di una scuola, che siccome siamo in estate per ora non è utilizzata. Come si puóvedere la scuola è molto “spartana e semplice” come tutti gli edifici qui. E stare e vivere insieme per due settimane vuol dire imparare a fare tutte le attività che servono…

Ma della Costura vi parlerà, anzi vi scriverà meglio Giusy. Un caro saluto a tutti! Roby

Giusy da Shunqui: eccomi qui, sono arrivata qui domenica 14 febbraio nel pomeriggio con una camminata a piedi da Pachas di un’ora circa su strada sterrata, casupole di terra con tetti di paglia ai lati della strada e tratti con bei boschi di eucalipti. Siamo partite in gruppo con Micaela e le ragazzine che faranno le 2 settimane della “costura”. Sulla strada ci siamo feramate a trovare un’anziana signora centenaria inferma e molto sofferente che abbiamo conosciuto quest’estate portandole i viveri con il Padre Ale.

La visita è stata un’esperienza che nn dimenticherò mai, Roca, questo è il suo nome, stava in una casa di una sola stanza, pavimento di terra, tetto di paglia adagiata su un pagliericcio per terra coperata da tante coperte. Micaela le dice dove stiamo andando e in quella stanzina preghiamo tutte per lei, poi la salutiamo ad una ad una e Micaela le dice chi sono, che ci eravamo già viste quest’estate, mi abbraccia, mi benedice, mi emoziono molto…. I primi giorni qui ero un po’ disorientata, sono sola qui, Roby è apparso ogni tanto con il Padre Ale a portare viveri e Stefy è a Chocabamba per l’altro campo.

La vita qui al campo (è una vecchia scuola tipo periodo della guerra da noi) è scandita da orari molto precisi e da molta disciplina. Il mio compito qui è di stare con le ragazze, condividere con loro la giornata. Sono divise in gruppi di 7/10 bambine ognuna con una catechista, il mio gruppo si chiama le Rosas. La prima difficoltà che ho incontrato è stata la lingua, ti senti proprio male a nn capire e a essere il diverso del gruppo. Il Padre Ale mi ha detto che loro nn fanno tanti discorsi come li facciamo noi, che abbiamo sempre bisogno di parlare, dice che per loro è più importante condividere la giornata nelle cose che si fanno. Il paesaggio è molto bello, qui è estate, è di un verde brillante, ci sono piante e fiori diversi dai nostri e uniti al resto ti sembra proprio di essere in un altro mondo.

17 febbraio pian piano mi sto abituando a questa vita del campo scuola delle costure. Da alcuni giorni nn piove, strano per questo periodo e fa anche abbastanza caldo al sole, mi son bruciata le mani, nn siamo abituati al sole dei 3500! Le pulci stanno facendo dei bei pranzetti con me, ma perchè se la prendono solo con me e Stefy? (mi giungono notizie che anche lei è assalita) le ho anche viste saltano proprio, è vero!! domani scenderò a Pachas a disinfestarmi così finalmente potrò riunirmi a Roby e a Stefy.

L’essere umano si abitua quasi a tutto, mi sembra di star meglio ora che i primi giorni. Il posto qui è molto spartano ma per molte delle ragazze tutto ciò è già molto meglio di quello che hanno a casa. C’è una signora che cucina sul fuoco, senza stufa, tante zuppe e le patate e il mais nn mancano mais !!!! per nn parlare del riso e della pasta stracotta. La maggior parte dei viveri (pasta e scatolame) arrivano dalle raccolte effettuate in Italia dai volontari dell’OMG. Le ragazze mangiano con appetito, alcune 2 piatti di ogni portata. Il pane si mangia solo al mattino e a merenda, abbiamo dato legna, farina, olio, strutto al panadero e lui ci rifornisce ogni giorno di pane fresco. Ora nel prato della scuola ci sono diverse ragazze che si lavano i capelli, con acqua fredda, hanno tutte bellissime capelli neri e la mattina si aiutano a vicenda a farsi le trecce.

Un abbraccio a tutti!! Giusy