QUIVILLA

Pachas 31 marzo 2006

Ciao carissimi! Ho un sacco di cose da raccontarvi e da condividere con voi: Circa una decina di giorni fa nei dintorni di Pachas hanno ucciso un uomo per rubargli il denaro che aveva appena guadagnato commerciando carne, circa 2000 sol ossia sui 600 euro…ecco cosa vale la vita qua. Veniva anche qua in Parrocchia, io però non me lo ricordo, aveva solo 33 anni, gli hanno sparato… Sabato siamo andati al suo funerale (viveva a Shunqui) ed ho incontrato e parlato con sua moglie… piangeva disperata perchè suo marito era morto senza lasciarle niente… mi è sembrato così strano che si disperasse perchè suo marito non le aveva lasciato niente e non perchè suo marito era morto… Povera donna ora senza niente deve pensare a sfamare i suoi 3 bimbi il più piccolo dei quali ha solo un anno…. mi ha fatto una tristezza… le abbiamo detto di venire in Parrocchia a prendere i viveri… chissà se verrà…

Domenica invece sono partita per Quivilla, una Missione a circa un’ora e mezza da qua, per iniziare un campo di lavoro con i ragazzi. E’ stata un’esperienza davvero bella anche se molto dura, io e le altre ragazze dovevamo imborsare la terra per poi piantare le piantine di pino o eucalipto che verranno poi vendute e il ricavato andrà ai poveri. I maschi invece dovevano raccogliere legna, tagliarla, accatastarla (anche questa verrà poi venduta). Ecco la nostra giornata tipo:

  1. ore 6 sveglia
  2. ore 6,30 meditazione
  3. ore 7 colazione
  4. ore 7.30 inizio lavoro
  5. ore 10 pausa di 10 min. con tanto di biscottini
  6. ore 12.30 fine lavoro
  7. ore 12.45 pranzo
  8. ore 13.30 inizio lavoro
  9. ore 17.30 fine lavoro
  10. ore 18.00 liberi
  11. ore 18.30 ritrovo per canti
  12. ore 19.30 cena
  13. ore 21.00 tutti a nanna….

Non avevo mai partecipato ad un campo di lavoro, è stata davvero un’esperienza molto bella e positiva, è bello condividere la fatica con le altre persone e i ragazzi sono stati veramente fantastici con me… mi hanno accolta come una di loro, scherzavamo e chiaccheravamo tanto. Al mattino durante la meditazione si parlava di argomenti tipo l’amicizia e la carità e questi ragazzi secondo me sono un esempio sia di una cosa che dell’altra. Sono un gruppo di 20 persone che si riuniscono in amicizia dedicando il loro tempo ai poveri e considerato che la maggior parte di loro sono poveri questo dice tanto…

Quivilla è un paesino piccolo come Pachas, il parroco si chiama P.Daniele ed è un tipo veramente in gamba, i ragazzi lo adorano. Lo ammiro molto anch’io come del resto ammiro P.Ale, non è facile vivere questa realtà per noi che veniamo da un altro mondo, adattarsi alla povertà e convivere con i poveri e il loro “egoismo” dettato dalla povertà e il nostro “egoismo” dettato dal benessere che a volte si scontrano e non ci fanno comprendere… spesse volte io e Giusy ci imbattiamo in poveri che ci prendono in giro, raccontano bugie pur di avere qualcosa in più, qualcosa in più da mangiare o da vestirsi… ma li capisco, al loro posto credo che sarei anch’io così. Il problema è che poi finisci con il non fidarti di nessuno anche di quelle persone che invece vengono e ti parlano con il cuore e senza doppi fini…. Forse perchè siamo troppo ingenue o almeno io che mi faccio far su come niente.

Ma veniamo al viaggio-avventura del ritorno. Alle 12 io e Alex (un ragazzo del campo) prendiamo il carro per rientrare alla nostra bella Pachas, gli altri ragazzi tornavano più tardi, io invece volevo arrivare presto a casa per festeggiare il compleanno della mia Giusy. Ore 13, a meno mi mezz’ora da Pachas, il carro si ferma perchè davanti a noi non c’è più la strada, una frana se l’è portata via e al suo posto scorre un bel torrente fangoso… scendiamo e ci avviciniamo per vedere meglio… ad un certo punto alcune donne davanti a noi iniziano a correre spaventate, non capisco cosa sta succedendo, alzo lo sguardo e davanti a me vedo un’ondata di fango e acqua che si sta abbattendo su di noi, inizio a correre anch’io e cerco di arrampicarmi sul versante della montagna, un uomo di prende la mano e corriamo assieme, già mi immagino travolta dall’acqua… non è passato neanche quasi un minuto ma a me è sembrata un’eternità, mi immaginavo voi a casa quando ricevevate la notizia della mia dipartita e quando al posto del monumento dei caduti mettevate la mia bella statua… no scherzo, comunque me la son proprio fatta addosso, per fortuna che l’acqua ha deviato finendo nella scarpata al lato della strada…

Il problema ora era come attraversare il torrente… l’acqua era molto alta e impetuosa… abbiamo aspettato un paio d’ore sperando che l’acqua calasse visto che aveva smesso di piovere ed era uscito il sole… ed infatti dopo un po’ alcune persone hanno provato ad attraversarlo riuscendoci e così anche io e Alex ci abbiamo provato… solo che io tenevo molta paura e così un gentile ometto munito di stivali si è offerto di portarmi in spalla!! che buona persona… peccato che dall’altra parte mi ha chiesto 50 cent per il trasporto. Anche questo è un modo per guadagnarsi un pane.

Attraversato il rio ci siamo messi in marcia verso Pachas… ad un certo punto Alex mi propone di abbandonare la strada e salire sulla collina passando per la sua terra e arrivando ugualmente a Pachas in un’ora (erano le 3)… ci teneva a farmi vedere la sua chacra (terra coltivata) vuoi non accontentarlo?? tanto il tempo di camminata è uguale mi dico tra me e me… gli chiedo quanto dura la salita mi risponde 20 min. circa… un’ora e mezza dopo arrivo in cima, dire che l’avrei strozzato è poco.

Ma non è finita, una volta visti i suoi poderi e salutato i suoi parenti io pensavo che mancasse poco meno di un’ora a Pachas, col cavolo, al nostro arrivo mancavano ancora 3 ore circa… ma per fortuna che non me lo immaginavo altrimenti sarei morta infatti per quasi tutto il tragitto dalla cima a casa ho avuto un fortissimo male allo stomaco e così ho rallentato di brutto l’andatura…. e intanto Alex, (per distrarmi credo) mi raccontava tutta la sua vita…e io che sognavo la mia bella Parrocchia, una bella tazza di camomilla e il mio lettino…

A mezz’ora da Pachas non ce l’ho fatta più, Alex è andato avanti ad avvisare Giusy e Roby mentre sua mamma, che nel frattempo avevamo incontrato x strada, ha bussato alla porta di alcune persone che molto gentilmente mi hanno preparato una camomilla e soprattutto udite udite prestato il cavallo per portarmi alla Parrocchia!!! e così mi sono fatta l’ultima mezz’ora cavalcando con la mamma di Alex che camminava davanti, al buio, in mezzo al fango tenendo le briglie… povera donna. Alle 7.30 di sera bussavamo alla porta della Parrocchia, parcheggiavamo il cavallo nel giardino e riabbracciavamo anzi riabbracciavo i miei amici.

E dopo quest’avventura credo che mi fermerò a Pachas per un bel po’, qua con i miei poveri che ogni giorno ne hanno una nuova, vi racconto solo questa e poi vado a nanna, oggi ho accompagnato alla Posta (centro di salute) Armando, un vecchietto che viene a mangiare qua da noi, era stato morsicato da un cane più di una settimana fa e in più aveva un braccio gonfio… l’infermiere gli ha chiesto cosa aveva fatto al braccio e lui gli ha risposto che era stato colpito dall’arcoiris (arcobaleno), infatti qua c’è la credenza che se tocchi dove cade l’arcoiris prendi una scarica elettrica che ti gonfia la mano, il braccio e poi fino al cuore… l’infermiere le ha risposto seriamente che per l’arcobaleno non c’erano medicine ma doveva curarsi con delle erbe e gli ha dato il nome del rimedio naturale. Loro qua si curano con delle erbe e funziona. Comunque ora sta prendendo antibiotici ed è molto dura convincerlo a venire qua 3 volte al giorno per prendere le pastiglie.

Un abbraccio

Estefania